mercoledì 17 ottobre 2007

SEX MUTANTS, IL GRANDE SHOW E IL ROCK MADE IN ITALY


















Un nome che si perde nelle pieghe avventurose di una notte alcolica, un'avventura che va avanti da quasi quindici anni. Hanno iniziato poco più che ragazzini, "e nella testa continuiamo ad esserlo", divertirsi e divertire è il concetto alla base del loro modo di stare su un palco. E a sentire le "risposte" che vengono da chi sta dall'altra parte, bisogna dire che ancora ci riescono. Viaggio semiserio nell'universo Sex Mutants, band perugina on the road dalla lontana primavera '93 e reduce proprio da pochissimi giorni dalla cosiddetta “data zero”, concerto beneaugurale per i fans più stretti che introduce all'ennesimo tour invernale. Per la location di questo primo appuntamento, stessa spiaggia stesso mare: la Polisportiva Prepo. "Beh, i Beatles erano di casa al Cavern" dicono buttandola sul ridere "la nostra casa invece è questa". A Prepo è iniziato il viaggio, da Prepo ricomincia ogni anno. "Neverending tour", appunto. Un repertorio live che negli anni ha subito variazioni e modifiche, e che adesso è "mutante" pur nella continuità di quattro-cinque hit che infiammano ogni volta il pubblico. Provare a saltare e ballare sulle note di una "Ricominciamo" o "Sarà perchè ti amo" supersoniche, per credere. Un repertorio che ha trovato la sua sistemazione ultima con l'assestamento definitivo (sperano loro) della band. Due anni fa, proprio di questi tempi, Alessandro "Alex" Menichetti e la sua Gibson solista entravano ufficialmente nel gruppo: da allora la ricerca dei Sex Mutants ha virato decisamente sul patrimonio italiano degli anni '80, con incursioni nei '90 e immancabili abboccamenti alle ultimissime uscite. "Li conosco da parecchio e li ho sentiti suonare spesso. Mi ero già fatto una certa idea, insomma, quando abbiamo iniziato a suonare assieme. Ho cercato e sto cercando di portare il mio contributo. La struttura c'è, ma va continuamente migliorata", dice Menichetti. L'ingresso di Alex è stato una ventata di novità di cui il gruppo evidentemente sentiva l'esigenza, gli fa eco Michele Milletti, voce e chitarra "Ha portato interessanti variazioni anche ai pezzi storici, che ora suonano decisamente meglio. Oltretutto è un amico di lunga data di tutti noi, e quindi l'inserimento nei Sex è stato quasi naturale". Un susseguirsi di date in questi anni, appuntamenti rimasti nella memoria della band e dei suoi seguaci. Amiche ed amici, gente anche sparsa per il mondo ma che col "tam tam" di internet e cellulari è pronta a rifare una "scappatina" dai Sex perchè sanno che divertimento e sorprese non mancheranno: dalle stelline in stile San Silvestro sulle note di "Piccola stella senza cielo", a cuffie e teli da mare indossati con nonchalance durante "Un'estate al mare" fino ai preservativi in simpatici pacchetti regalo lanciati sul finire di "Meravigliosa creatura": ...amo la vita, meravigliosa... Locali del live perugino "invasi e battezzati": "Che pienoni al Contrappunto, nel down town perugino che è un po' la nostra seconda casa, o al Millenovecento di Tavernelle" – ricorda il drummer Francesco Rondolini e che concentrazione di belle ragazze al Friz bar di Elce. Magari non siamo stati mai inappuntabili tecnicamente, ma quando ci metti il cuore la gente segue, apprezza e balla senza respiro". Esperienze anche impegnative: 15 maggio 2003, live al carcere femminile di Perugia. "E chi se la dimentica, quella data" confida Edoardo “Eddi” Antolini, bassista dei Sex "le burocrazie varie all'ingresso, le difficoltà nell'allestimento del palco. Ma quello che ci ha lasciato dentro il trovarci faccia a faccia con le ragazze, quelle due ore di concerto e di autentica evasione per loro...Sensazioni che non puoi rendere a parole". "La proposta ci era stata fatta un'associazione che operava dentro il carcere" ricorda Milletti "Saremmo ipocriti a non dire che qualche titubanza all'inizio c'era. Insomma, non è proprio esperienza da tutti i giorni. E proprio per questo è stata da brividi". Ma ci sarà pure qualcosa che in questo gruppo non va benissimo... "Certo" rispondono "accusandosi" a vicenda "suoniamo troppo poco. In studio anzitutto, e poi dal vivo. Ognuno perso per i fatti suoi, direbbe Vasco". Ma finchè regge la "chimica" tra di noi è un peccato non esserci, quando suonano i Sex Mutants.

CASTEL RIGONE... UN BALCONE SULL'INFINITO













Provate ad affacciarvi. Sporgetevi (non troppo per carità!) da una qualunque finestra di uno qualunque degli antichi palazzi del borgo. Quello che vedrete vi toglierà il fiato: uno spazio immenso, i monti lontani a far da cornice, il lago coi suoi confini irregolari, blu sopra di voi, verde sotto e tutt'intorno, e poi ancora celeste (ma per vederlo forse avrete bisogno di un pizzico di fantasia in più), il colore dell'acqua che riposa senza onde. Questo è Castel Rigone, una frazione del comune di Passignano sul Trasimeno a 653 metri sul livello del mare. Per raggiungerlo dovrete arrampicarvi su per le strade nodose delle colline dietro Magione dove quasi ognuna delle macchine che incrocerete porterà stampigliato davanti e dietro il rettangolino giallo delle targhe straniere, dove a ogni svolta rischierete di perdere il segnale del vostro telefonino. Il castello che è a difesa dell'abitato e del centro storico, venne eretto alla fine del 1200, e di esso restano ancora oggi in piedi lunghi tratti di mura, il mastio, tre torrioni e due delle porte di accesso (Porta Monterone e Porta Ponente). Secondo la tradizione il nome deriverebbe da Rigo, o, appunto, Rigone, un luogotenente del re degli Ostrogoti Totila, che nel 543 d.C. avrebbe fatto del paese la sua base operativa durante l'assedio di Perugia. Una storia che ha sempre catturato l'attenzione dei poco più che 400 abitanti: è del 1984 la prima rievocazione storica delle origini del paese, la cosiddetta "Festa dei Barbari", che al tempo era l'unica manifestazione in costume gotico d'Italia. Un evento ormai trentennale che si svolge ogni primo fine settimana di agosto. Curatissima l'attenzione per i particolari: dai costumi, alle ricostruzioni d'arti e mestieri del tempo, fino alle proposte culinarie, tutto il paese si risveglia "barbaro". Ma il vero fiore all'occhiello di Castel Rigone rimane il Santuario di Maria Ss.ma dei Miracoli, un'opera imponente che sorge appena al di sotto delle mura del paese vecchio, nei pressi del preesistente pozzo pubblico. Un tempio nato, secondo la leggenda, per volontà divina. Alcune cronache di fine Quattrocento parlano, infatti, di una giovane del posto che recatasi alla fonte per riempire la brocca dell'acqua avrebbe in più occasioni assistito a delle apparizioni della Vergine che le chiedeva di costruire una cappella in quel luogo. Apparentemente una storia come tante altre, se non fosse che la notizia di ciò che accadeva a Castel Rigone arrivò prima a Perugia e poi a Roma. E non lasciò indifferente Alessandro VI che, con bolla papale del 1494, ordinò l'erezione, non di una semplice cappellina, ma di un più degno tempio. Di qualcosa, insomma, che ripagasse adeguatamente del miracolo. L'opera è considerata uno dei maggiori esempi dell'architettura rinascimentale umbra. Ha una croce latina con una navata divisa in due campate e il soffitto costituito da volte a vela. Costruita da un allievo del Bramante, contiene un pregevole affresco del pittore umbro Giovan Battista Caporali. Il campanile fu aggiunto solo successivamente per volontà di un altro papa, Clemente VII, nel 1531. Un manufatto diverso da quello che possiamo ammirare oggi: il primo crollò la notte del 19 novembre 1810. Dal 1998, infine, Castel Rigone ospita il Festival Internazionale "Giovani Concertisti". Un'iniziativa nata per volontà del suo attuale direttore artistico, Giorgio Porzi e di un ristretto gruppo di amanti dell'arte, fra cui il notaio Marilena Carone, per anni apprezzato presidente, il direttore organizzativo, Beniamino Giommini e la coordinatrice Anne Markoff. La rassegna, che si svolge interamente all'aperto nella piazzetta S. Agostino, ha il solo scopo di permettere a tanti giovani di talento di esibirsi di fronte a un pubblico attento e competente. La varietà della programmazione è sempre stato un segno distintivo della rassegna che ogni anno continua a riscuotere grande successo.

LEGGENDE METROPOLITANE













Nel 1988 in Italia si iniziò a prendere coscienza di una curiosa forma di "prodotto collettivo". E ciò che più stupiva era che il tutto nasceva e si alimentava non per volere di un'istituzione o un gruppo di potere occulto, ma per necessità dei singoli. Il mondo anglosassone se n'era accorto da tempo e, aprendo la strada all'istituzionalizzazione di un nuovo campo di ricerche, aveva battezzato il fenomeno urban legends, da noi tradotto come "leggende metropolitane". Anche se sarebbe più corretto chiamarle "contemporanee", visto che la loro ambientazione non sempre è la metropoli, né tantomeno vengono raccontate solo nelle grandi città, ormai la definizione è entrata a far parte del linguaggio comune. Secondo Paolo Toselli, Segretario del Centro Raccolta Voci e Leggende Contemporanee, si tratta di brevi storie dal contenuto sorprendente raccontate di persona in persona come vere, hanno protagonisti dei nostri giorni (ma sfuggenti, solitamente anonimi), nascono da discussioni collettive, circolano in modo incontrollato, il messaggio trasmesso è di solito conservatore e mescolano elementi reali con alcuni verosimili e altri decisamente falsi. Si focalizzano, inoltre, perlopiù sulle nuove tecnologie, sugli stranieri, la natura selvaggia, la violenza urbana, l'evoluzione dei costumi e, più raramente, sul sovrannaturale. Le leggende metropolitane sono un relativamente nuovo oggetto di ricerca che non è proprietà esclusiva di una singola disciplina scientifica. Oggi gli studiosi di scienze umane, dai folkoristi ai sociologi, dagli etnologi agli storici, dagli psicologi agli antropologi, dispongono di una copiosa documentazione per applicarsi e dare il proprio contributo. Uno dei possibili approcci, tra i più interessanti, è la ricerca degli elementi reali che sono all'origine di una leggenda o che l'hanno alimentata. Negli ultimi anni, oltre alla pubblicazione di diversi libri e articoli che hanno contribuito a far riconoscere al grande pubblico il fenomeno come genere narrativo ben definito, si è diffusa la moda di utilizzare la "leggenda metropolitana" per indicare una bufala, una battuta scherzosa, una diceria, un pettegolezzo, insomma qualcosa di "non vero". Ma una simile generalizzazione, sempre più spesso attuata dai mezzi di informazione, è quantomeno fuorviante. Secondo Toselli, dobbiamo sfuggire alla tentazione di considerare le leggende metropolitane come sinonimo di falso o un genere esclusivamente da smitizzare e screditare, magari assumendo un atteggiamento denigratorio nei confronti di coloro che credono in queste storie. La tentazione per molti è forte, ma non è l'atteggiamento corretto o quantomeno condivisibile dal punto di vista di una seria ricerca.
Molti ritengono che la "credenza" nelle leggende metropolitane denoti ignoranza e mancanza di senso critico. Ma sovente sono proprio le persone istruite, razionali, che rivestono incarichi di responsabilità, i maggiori portatori e diffusori di leggende metropolitane. È tra l'altro divenuto sempre più difficile fare una demarcazione netta tra sola leggenda e fatto di cronaca. Vedasi le numerose notizie, più o meno sorprendenti, che sovente leggiamo sui giornali, la cui fonte è niente più di un dispaccio d'agenzia. Coppie di amanti rimaste inesorabilmente incastrate, poveri gattini sopravvissuti ad involontari lavaggi in lavatrice, mogli scordate a terra in autostrada da mariti troppo distratti. Fatti sovente ambientati in luoghi sperduti o senza alcun riferimento alle generalità dei presunti protagonisti. Ciò non significa che siano tutte leggende, né tantomeno esperienze reali. Sicuramente i due mondi convivono, influenzandosi l'un l'altro, senza eliminarsi a vicenda.

CHIRURGIA OVER 60














Lifting, liposuzioni, blefaroplastiche. Tutti interventi che vanno per la maggiore soprattutto fra gli 'over 60'. "Oltre la metà dei pazienti che vengono da me per migliorare il loro aspetto fisico ha superato i 60 anni. Mentre fra coloro che richiedono una chirurgia più impegnativa o ricostruttiva, magari con l'obiettivo di risolvere una malformazione, la percentuale di 'tempie grigie' scende al 15%". A dirlo è Nicolò Scuderi, direttore del dipartimento di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell'università 'La Sapienza' di Roma. Insomma, complici la vita più attiva di un tempo e la crescente longevità degli italiani, sempre più anziani si concedono un 'ritocco' dal chirurgo plastico. "Oltre al ringiovanimento del viso, utilizzando il lifting o metodi più 'dolci' quali il botulino o i filler 'spiana-rughe' - ha detto l'esperto a margine della presentazione della Conferenza italiana per lo studio e la ricerca su longevità, invecchiamento e medicina anti-ageing (C.L.I.M.A.A.), dalle ultrasessantenni vengono richiesti anche interventi di mastopessi, per il rimodellamento del seno, e dagli uomini moltissime blefaroplastiche, per ottenere uno sguardo più giovane". E non sono scelte fuoriluogo. "Oggi anche un sessantenne - sottolinea Scuderi - può essere considerato un sex-symbol, mentre negli anni '50 veniva già classificato come un nonno. Basti pensare a Brad Pitt: ha 43 anni, ma una sua foto messa a confronto con una di Marcello Mastroianni all'età di 37 anni, potrebbe farlo sembrare suo figlio. I canoni sono cambiati e le persone vivono la loro vita in maniera differente, con rapporti sociali e spesso anche sessuali molto soddisfacenti. Ecco perchè si sente il bisogno di apparire "più belli'". Parsimonia, però, quando si parla di bisturi, soprattutto superati gli "anta": "il consiglio - conclude il chirurgo plastico - è quello di 'dividere' gli interventi se se ne vuole fare più di uno. Non crearsi, poi, aspettative eccessive: il chirurgo non può fare miracoli, ma aiutare a vivere meglio la propria età". Un occhio di riguardo, infine, per le condizioni di sicurezza in cui si svolge l'intervento "che vanno sempre garantite".

MISS ITALIA 2007













Tra applausi e polemiche è finita questa edizione di “Miss Italia” che ha visto arivare prima Silvia Battisti, diciotto anni, arrivata a Salsomaggiore con la fascia di miss Veneto. Silvia, capelli castani e occhi celesti, dedica questa vittoria al papà che ha perso quando aveva 7 anni e alla madre che da sola e con grandi sacrifici ha tirato su lei e le sue quattro sorelle.Voleva fare la fisioterapista, ma dopo miss Italia ammette che non le dispiacerebbe entrare nel mondo dello spettacolo... «Anche se sono molto timida!». Una ragazza tutta famiglia e buoni sentimenti, come nella migliore tradizione, un’altra miss del Nord, un’altra miss magrissima.Troppo, secondo Amanda Lear e le altre ragazze. Ed è qui che si è scatenata la polemica, una vera rivolta delle miss, finalmente in versione animata, contro lo stilista Guillermo Mariotto colpevole di aver detto, centimetro alla mano, che miss Lazio era troppo «grossa» per diventare miss Italia. «E poi ci rompete con la storia dell’anoressia...», hanno urlato. Ed è qui che allora dovremmo fermarci per chiederci se il mondo della moda, dopo aver promosso campagne contro l’anoressia, sia davvero intenzionato a modificare l’immagine da tempo imposta, di ragazze scheletriche che, simili a sottili appendiabiti su cui far sfilare le proprie creazioni dovrebbero rappresentare la figura ideale di donna? A voi la risposta. Terza Ilaria Capponi, 17 anni, nata a Perugia ma viterbese d'adozione, dove gioca nella Gescom Basket in serie A. La sua eliminazione è stata contestata dal pubblico del Palacotonella e da moltissime delle miss che già sedevano in platea: quando le parole di difesa di Raffaella Modugno, hanno suscitato un immediato boato dal pubblico. En passant, è stato pesantemente criticato anche lo stilista Mariotto, accusato da un'altra miss, la valdostana Giada Bessone, di "aver fischiato dietro le ragazze come se fosse stato per strada". Ilaria è stata appoggiata indirettamente anche da Pippo Baudo in qualità di presidente di giuria: "il televoto ha sconvolto le nostre previsioni". Mentre la gara di Miss Italia stava per incoronare la vincitrice di quest'anno, il pubblico del PalaCotonella e le concorrenti eliminate hanno palesemente dimostrato di non approvare. Quante polemiche!!!

DOLCISSIMI CORSI... ALL'UNIVERISTA' DEI SAPORI













Si rinnova la collaborazione tra Università dei Sapori, struttura che si occupa da anni di formazione professionale nel settore del food&beverage, ed Eurochocolate. Da questa collaborazione nasce un variegato calendario di corsi e laboratori di cucina al cacao, cioccolateria, pasticceria e gelateria rivolti a neo imprenditori del settore, futuri cioccolatieri e chef, ma soprattutto ai gourmet e agli appassionati del Cibo degli Dei.
Un appuntamento immancabile della sezione formativa dell'Università dei Sapori e di Eurochocolate è il Master del Cioccolato che sarà quest'anno proposto su due livelli: il Master di I° livello, articolato in tre giornate, venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 ottobre, per approfondire tutte le tematiche del prodotto cioccolato: dalla storia e antropologia alla botanica, dalle caratteristiche nutrizionali alla genetica, dalla selezione delle materie prime ai dati di produzione e consumo fino alla normativa che regolamenta il settore e lo definisce a livello giuridico. Particolare attenzione sarà dedicata alla degustazione organolettica dei prodotti in purezza e in abbinamento. Il Master di II° livello si propone, invece, come un corso di specializzazione nelle giornate di sabato 20 e domenica 21, dove si approfondirà la conoscenza delle monovarietà e della geografia economica delle piantagioni, la comparazione tra le grandi e le piccole realtà produttive, passando per la degustazione e l'analisi sensoriale di cacao, granella e massa, per arrivare all'assaggio dei cru e dei blend d'autore. Verranno presentati inoltre quei prodotti al cioccolato il cui processo di produzione, dalla coltivazione al prodotto finito, è completamente svolto all'interno dei paesi produttori di cacao. Innovativi progetti, questi, volti a risollevare l'economia di paesi che oltre alla coltivazione della materia prima potrebbero dare il via all'intera filiera proponendosi con prodotti diversificati e di qualità. Ma all'Università dei Sapori vi aspetta anche un fitto calendario di corsi e laboratori, come i corsi dedicati ai bambini, AB …. Cioccolato! rivolti alle scuole materne ed elementari della provincia di Perugia, dove i piccoli potranno trasformarsi in veri e propri cioccolatieri e realizzare con le loro mani tante dolcissime squisitezze oltre che acquisire in modo giocoso e divertente alcune nozioni base sulla storia e la botanica del cacao. Da sabato 13 a sabato 20 ottobre, con l'esclusione delle domeniche, i corsi si terranno in due sessioni dalle 9.00 alle 10.00 e dalle 11.00 alle 12.00. E ancora i Corsi semiprofessionali, da lunedì 15 a venerdì 19 ottobre dalle 14.30 alle 16.30, progettati esclusivamente per le Scuole Alberghiere e per i Centri di Formazione Professionale di tutta Italia, interessanti full immersion di studio dove imparare le tecniche di elaborazione e di presentazione di dolci al cacao con particolare attenzione agli elaborati al cioccolato e al gelato. Infine, dedicati agli appassionati e ai gourmet, i Corsi amatoriali, che si terranno per tutta la settimana in una serie di dolci e impedibili appuntamenti: sabato 13, domenica 14, sabato 20 e domenica 21 ottobre, dalle 11.30 alle 14.30 il corso Cioccolato in cucina, corso per sperimentare cioccolatosi menù con pietanze dove il cacao sarà usato come spezia, ma senza tralasciare i golosi dessert. Il corso verrà ripetuto anche nelle giornate di martedì 16, giovedì 18 e venerdì 19 ottobre con orario serale dalle 19.30 alle 22.30. Carne al Fuoco by AIA sarà un inedito laboratorio di sperimentazione e abbinamento tra carne e cioccolato: quindi tecniche di cottura e marinature al cacao saranno le tematiche affrontate in laboratori di un'ora dalle 17.00 alle 18.00 nei giorni di martedì 16, giovedì 18, sabato 20, domenica 21. Dulcis in fundo…Dolce bere, nelle serate di venerdì 19 e sabato 20 ottobre dalle 18.00 alle 20.00, corso dedicato all'happy hour dove imparare i trucchi per realizzare cocktail e pre-dinner al cioccolato, in abbinamento a sfizi e stuzzichini. Tutti i corsi si terranno presso la suggestiva e storica sede dell'Università dei Sapori, in via Tornetta 1 a Perugia che potrete contattare per le informazioni sulla didattica al 075.5729935 o uds@universitadeisapori.it - www.universitadeisapori.it Per le prenotazioni rivolgersi a Umbria Incoming Service Tel. 075 5052956 incoming@umbriaincoming.com www.umbriaincoming.com

martedì 16 ottobre 2007

I MIEI SOLDI PER QUALCHE LIBRO










Lo dice un’indagine di Altroconsumo al termine di un viaggio inchiesta nelle scuole pubbliche. A dispetto dei 280 euro preventivati dal ministero dell' Istruzione nel decreto del 22 maggio scorso, i libri scolastici costerebbero molto di più alle famiglie italiane. Le cifre del governo prevedevano anche una suddivisione per anno: 280 euro, appunto, per la prima media, 108 per la seconda, 124 per la terza. Ma le cifre non collimano. A Napoli il dato della spesa media supera il tetto ministeriale: quasi 300 gli euro, contro i circa 275 di Milano e Roma. Maglia nera alla sezione “d” della scuola Giovanni Falcone del capoluogo partenopeo dove far studiare il proprio figlio richiederebbe 394 euro. 55 le scuole secondarie visionate, per un totale di 355 classi. In realtà, il decreto permette che il limite stabilito sia superato del 10%, a patto che la spesa supplementare venga poi recuperata negli anni successivi. Tuttavia le classi che rientrano all’interno della forbice sono solo il 29%. Quelle che vanno oltre sono invece 57 (il 15% del totale, il 37% a Napoli). “Il tetto di spesa - sottolinea Altroconsumo - è uno strumento che dovrebbe tutelare le famiglie, senza creare vincoli per il mercato e per la concorrenza. Se i consigli di istituto lo ignorano nelle scelte dei testi da adottare, salta il meccanismo virtuoso che dovrebbe contenere la spesa per le famiglie”. Un dato complessivo che rispetto allo scorso anno sarebbe praticamente rimasto invariato, ma che in certi casi sarebbe incrementato di un 4% medio (24% dei casi). La nuova frontiera del risparmio scolastico passa infatti attraverso il libro usato. A consigliarlo sono le stesse associazioni dei consumatori che sottolineano come assieme ai vari mercatini appositi, sparsi un po’ ovunque, anche internet sia in grado di fornire il suo degno contributo.Ecco alcuni siti interessanti: www.libridea.it che nella sua home page apre con il retorico quesito: “Siete stanchi di pagare ogni anno prezzi sempre più cari per i libri dei vostri figli?”. Il sito offre gratuitamente la possibilità di risparmiare pubblicando annunci di testi scolastici usati e a prezzi stracciati, per le scuole medie e le superiori. E per l’università si è dotata di appunti di docenti universitari, schemi, dispense e materiale didattico. Gli interlocutori vengono messi in contatto in modo diretto e senza che si venga preventivamente registrati; www.comprovendolibri.it è il mercatino dell’usato on line, con oltre 6000 libri scolastici in catalogo e la possibilità di ricercare il testo utile per titolo, categoria (arte, biografie, economia, storia, etc.), autore, editore e città di appartenenza. Per i volumi offerti sono disponibili delle note sul loro stato; www.testiusati.com ha una sezione dedicata ai testi scolastici e una a quelli universitari. Si pone come una bacheca in cui appendere le proprie offerte, per il libero scambio di libri usati. Spesso e volentieri, poi, sono gli stessi scolari a unirsi creando portali dove è possibile scambiare testi scolastici. È il caso di www.studentitaranto.com o www.pratostudenti.it. Va detto che i libri sono costosi per molti motivi diversi. C’è, ad esempio, una ingiustificata tendenza alla diffusione di enormi quantità di copie omaggio, che vengono fatte circolare per raccogliere adozioni. Per non parlare della quantità e del peso della cultura su carta stampata. Insomma, i libri sono troppi e spesso troppo “carichi”. Una vera e propria emergenza sanitaria, ogni anno denunciata, e ogni anno puntualmente snobbata. I ragazzini continuano a camminare lungo le vie di tutte le città italiane ingobbiti e sofferenti. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha annunciato che, dal prossimo anno, saranno fissati tetti di spesa per i libri scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, per tutti i 713 diversi indirizzi del nostro ordinamento. “Quello dei tetti per le superiori - ha aggiunto il ministro - è un lavoro lungo e complesso. Sarà uno strumento efficace ed efficiente se sarà fugato ogni dubbio su un possibile aumento improprio dei prezzi o su eventuali turbative del mercato sul costo dei libri”. Eppure una soluzione ci sarebbe e come al solito basterebbe guardare appena al di là delle Alpi. Sull’esempio di quel che accade nei Paesi più avanzati, come Gran Bretagna, Francia e Germania, gli studenti della scuola dell’obbligo semplicemente non dovrebbero pagare i testi scolastici per l’intero ciclo di studio. Evidentemente una soluzione troppo ovvia per essere presa realmente in considerazio.

di Simone Rossi