E' di pochi giorni fa la notizia che una coppia di genitori cinesi avrebbe deciso di chiamare il proprio figlio "@", un nome, che dicono, avrebbe un significato ben più profondo di quanto si potrebbe pensare. In Cina, come anche nella maggior parte dei paesi anglofoni, quella che noi chiamiamo comunemente chiocciola viene letta "at" e pronunciata dai cinesi "ai ta", che nella traduzione suonerebbe come "ama lui". Dunque, una parola scelta dai genitori per richiamare il concetto di amore. Di sicuro c'è che il governo cinese ha annunciato da quest'anno un provvedimento di legge che impedirà di utilizzare caratteri alfanumerici nei nomi propri ed imporrà unicamente l'utilizzo di ideogrammi appartenenti al cinese mandarino e ad altri linguaggi minori parlati nel Paese. Così in attesa di sapere se le autorità permetteranno alla stravagante coppia di coronare il suo bislacco sogno, abbiamo tutto il tempo di porci una domanda: "Perché questa sfrenata necessità di utilizzare nomi originali, astrusi o totalmente insensati?". Una prima risposta potremmo ritrovarla nel particolare momento storico che stiamo vivendo, dove per combattere la tendenza all'omologazione si ricorrerebbe a denominazioni uniche e, se possibile, irripetibili. Il discorso sarebbe valido se non fosse che tra i principali cultori di questa nuova mania ci sono molte persone che per distinguere se stesse e i propri familiari non hanno certo bisogno di nomi ad effetto: i vip. Arriva da Londra l'accorato appello della figlia di Bob Geldof (cantante e attivista) che ha dichiarato alla stampa di essere stufa di questa moda "di dare nomi assurdi ai figli". Una denuncia giustificata visto che la figlia di sir Geldof si chiama Peaches ('Pesche') e il suo nome completo è Peaches Peaches Honeyblossom Michelle Charlotte Angel Vanessa. Una scelta che, ha aggiunto, le avrebbe reso la vita impossibile. Eppure di casi simili ne esistono molti: c'è Apple ('Mela'), figlia di Gwyneth Paltrow e del cantante Chris Martin; ci sono Brooklyn, Romeo e Cruz, pargoli di David e Victoria Beckam; c'è Assisi, la nipote di Mick Jagger; e c'è addirittura Kal-el, figlio di Nicholas Cage, che porterà per sempre tatuato addosso il nome kryptoniano di Superman. Ma suggerire il nome giusto può anche diventare una professione: i cosiddetti
di Simone Rossi
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