martedì 16 ottobre 2007

I MIEI SOLDI PER QUALCHE LIBRO










Lo dice un’indagine di Altroconsumo al termine di un viaggio inchiesta nelle scuole pubbliche. A dispetto dei 280 euro preventivati dal ministero dell' Istruzione nel decreto del 22 maggio scorso, i libri scolastici costerebbero molto di più alle famiglie italiane. Le cifre del governo prevedevano anche una suddivisione per anno: 280 euro, appunto, per la prima media, 108 per la seconda, 124 per la terza. Ma le cifre non collimano. A Napoli il dato della spesa media supera il tetto ministeriale: quasi 300 gli euro, contro i circa 275 di Milano e Roma. Maglia nera alla sezione “d” della scuola Giovanni Falcone del capoluogo partenopeo dove far studiare il proprio figlio richiederebbe 394 euro. 55 le scuole secondarie visionate, per un totale di 355 classi. In realtà, il decreto permette che il limite stabilito sia superato del 10%, a patto che la spesa supplementare venga poi recuperata negli anni successivi. Tuttavia le classi che rientrano all’interno della forbice sono solo il 29%. Quelle che vanno oltre sono invece 57 (il 15% del totale, il 37% a Napoli). “Il tetto di spesa - sottolinea Altroconsumo - è uno strumento che dovrebbe tutelare le famiglie, senza creare vincoli per il mercato e per la concorrenza. Se i consigli di istituto lo ignorano nelle scelte dei testi da adottare, salta il meccanismo virtuoso che dovrebbe contenere la spesa per le famiglie”. Un dato complessivo che rispetto allo scorso anno sarebbe praticamente rimasto invariato, ma che in certi casi sarebbe incrementato di un 4% medio (24% dei casi). La nuova frontiera del risparmio scolastico passa infatti attraverso il libro usato. A consigliarlo sono le stesse associazioni dei consumatori che sottolineano come assieme ai vari mercatini appositi, sparsi un po’ ovunque, anche internet sia in grado di fornire il suo degno contributo.Ecco alcuni siti interessanti: www.libridea.it che nella sua home page apre con il retorico quesito: “Siete stanchi di pagare ogni anno prezzi sempre più cari per i libri dei vostri figli?”. Il sito offre gratuitamente la possibilità di risparmiare pubblicando annunci di testi scolastici usati e a prezzi stracciati, per le scuole medie e le superiori. E per l’università si è dotata di appunti di docenti universitari, schemi, dispense e materiale didattico. Gli interlocutori vengono messi in contatto in modo diretto e senza che si venga preventivamente registrati; www.comprovendolibri.it è il mercatino dell’usato on line, con oltre 6000 libri scolastici in catalogo e la possibilità di ricercare il testo utile per titolo, categoria (arte, biografie, economia, storia, etc.), autore, editore e città di appartenenza. Per i volumi offerti sono disponibili delle note sul loro stato; www.testiusati.com ha una sezione dedicata ai testi scolastici e una a quelli universitari. Si pone come una bacheca in cui appendere le proprie offerte, per il libero scambio di libri usati. Spesso e volentieri, poi, sono gli stessi scolari a unirsi creando portali dove è possibile scambiare testi scolastici. È il caso di www.studentitaranto.com o www.pratostudenti.it. Va detto che i libri sono costosi per molti motivi diversi. C’è, ad esempio, una ingiustificata tendenza alla diffusione di enormi quantità di copie omaggio, che vengono fatte circolare per raccogliere adozioni. Per non parlare della quantità e del peso della cultura su carta stampata. Insomma, i libri sono troppi e spesso troppo “carichi”. Una vera e propria emergenza sanitaria, ogni anno denunciata, e ogni anno puntualmente snobbata. I ragazzini continuano a camminare lungo le vie di tutte le città italiane ingobbiti e sofferenti. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha annunciato che, dal prossimo anno, saranno fissati tetti di spesa per i libri scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, per tutti i 713 diversi indirizzi del nostro ordinamento. “Quello dei tetti per le superiori - ha aggiunto il ministro - è un lavoro lungo e complesso. Sarà uno strumento efficace ed efficiente se sarà fugato ogni dubbio su un possibile aumento improprio dei prezzi o su eventuali turbative del mercato sul costo dei libri”. Eppure una soluzione ci sarebbe e come al solito basterebbe guardare appena al di là delle Alpi. Sull’esempio di quel che accade nei Paesi più avanzati, come Gran Bretagna, Francia e Germania, gli studenti della scuola dell’obbligo semplicemente non dovrebbero pagare i testi scolastici per l’intero ciclo di studio. Evidentemente una soluzione troppo ovvia per essere presa realmente in considerazio.

di Simone Rossi

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